Meno di un mese fa abbiamo salutato Atlantis e assistito al suo volo d’addio e già al Kennedy Space Center di Cape Canaveral, Florida, ci si prepara ad entrare ufficialmente nell’era post-shuttle con una missione che parla italiano.
Oggi, 5 agosto, ore 17.34 italiane, il razzo Atlas V 551 porterà al di fuori dell’atmosfera terrestre, per poi lanciarla verso Giove, la sonda interplanetaria Juno (“Giunone”, moglie mitologica di Giove, ma anche Jupiter Uranus Neptun Outreach) che, dopo un viaggio di 5 anni, approderà sul quinto pianeta e cercherà di dare risposta alle tante domande irrisolte legate alla composizione della sua atmosfera e alla formazione del pianeta stesso e degli altri pianeti gassosi. Juno inizierà con il cercare acqua all’interno dell’atmosfera ed esaminerà la magnetosfera, la enorme regione di spazio circostante Giove in cui si espande il potentissimo campo elettromagnetico del pianeta, prodotto dall’idrogeno che si trova sul pianeta in forma di metallo superconduttore.
I dieci strumenti a bordo della sonda, due dei quali realizzati in Italia, inoltre, forniranno le immagini della superficie di Giove più dettagliate e ravvicinate mai arrivate a Terra.
Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper) è stato progettato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e realizzato dall’azienda Selex Galileo. Esso si occuperà dell’acquisizione delle immagini all’infrarosso mentre la sonda continuerà a ruotare su se stessa. Ka (Ka-Band Translator) è stato invece progettato dall’Università di Roma La Sapienza e realizzato dalla Thales Alenia Space. Esso si occuperà di fornire informazioni sulla composizione interna del pianeta e sul suo campo gravitazionale.
A bordo ci saranno anche tre statuine di circa tre centimetri che riproducono Galileo Galilei, Giove e Giunone: una scelta promossa dalla Nasa per interessare i ragazzi alle tematiche scientifiche.
Che dire… Godspeed Juno!