Un meraviglioso risultato annunciato proprio ieri dagli scienziati della NASA. Curiosity, la promessa mantenuta, sta sorprendendo non solo coloro che hanno tifato per lui dal lontano novembre 2011 o che hanno seguito con ansia e timore, il 6 agosto di quest’anno, la macchina umanoide posarsi su un altro mondo, ma anche i più scettici, quelli che erano pronti a gioire per l’eventuale fallimento di questo “pseudo-tir fatto col Lego” che realmente risulta essere una tonnellata di pura intelligenza. Effettivamente di acqua su Marte se ne era già parlato, in letteratura scientifica ci sono vari scritti sui fiumi del Pianeta Rosso, ma la notizia vera e propria è che Curiosity è inciampato su una roccia scavata dallo scorrere di un torrente (ovviamente ora prosciugatosi), corso d’acqua di cui gli scienziati sono arrivati a calcolare la profondità e la portata. Ed è inevitabile riflettere su quanto questo evento rappresenti il passaggio da una fase di pura speculazione ad un’era di osservazione diretta!
“Dalle dimensioni del letto del fiume possiamo dedurre che l’acqua scorresse alla velocità di poco meno di un metro al secondo e la sua profondità era confrontabile con la distanza fra l’anca e la caviglia”, queste le parole di William Dietrich (dell’Università di Berkeley), ovviamente nei prossimi mesi le indagini (e i risultati) si faranno ancor più interessanti e le caratteristiche dell’acqua che accarezzava questi grani di ghiaia saranno ben più dettagliate. Per il momento, è spontaneo aspettarsi sorprese e conferme!
Il lancio di Curiosity (clicca per leggere)
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