Probabilmente per questioni letterarie (X agosto – Giovanni Pascoli) o religiose (pare che in Grecia si associasse l’evento alla Trasfigurazione del Signore che ricorre il 6 agosto), la fuorviante espressione “stelle cadenti” viene generalmente associata allo sciame meteorico delle Perseidi che rendono il cielo estivo degno dell’interesse dei più e dei meno informati. Il fenomeno delle cosiddette Lacrime di San Lorenzo non è però l’unico che ricorre annualmente, anzi ne esistono diversi. Lo sciame delle Quadrantidi, quello delle Leonidi e, non ultimo per importanza, lo sciame delle Geminidi che proprio in questo periodo dell’anno dovrebbe regalarci qualche “scia luminosa”.
Iniziamo con lo specificare cosa si intende con l’espressione “sciame meteorico”.
Si tratta di un fenomeno che si verifica quando l’orbita della Terra e quella di una cometa, o un asteroide, si incrociano; la scia di detriti che la cometa lascia dietro di se è dunque lo sciame meteorico. La caduta di un numero consistente di meteore si trasforma in spettacolo luminoso grazie all’impatto con l’atmosfera terrestre di questi frammenti di roccia che, viaggiando inizialmente ad una velocità di decine di km/s, bruciano per via dell’attrito.
Il nome ha origine dalla costellazione da cui sembrano provenire le scie luminose, nel caso delle Geminidi dalla costellazione dei Gemelli.
Ciò che caratterizza le Geminidi è il fatto che il corpo “progenitore” non è una cometa, bensì un asteroide di nome 3200 Phaethon, scoperto da IRAS nel 1983. L’oggetto roccioso in questione è stato, ed è tuttora, oggetto di studio per gli esperti poiché si ipotizza possa essere stato protagonista di un “incidente spaziale”, avvenuto oltre l’orbita di Marte, che avrebbe provocato il formarsi della nuvola di frammenti e polveri che seguono lo stesso asteroide nella sua orbita. Tale ipotesi è stata però recentemente contestata, pare infatti che 3200 Phaethon si sbricioli avvicinandosi al Sole: ecco l’origine della controversia, si tratta di un asteroide roccioso o di una cometa? Se da un punto di vista strutturale è evidente che si propenda per la prima opzione, osservando l’orbita estremamente ellittica di 3200 Phaethon è spontaneo fare un paragone con le tipiche orbite cometarie. Per queste motivazioni, molti astronomi sono giunti alla conclusione che potrebbe trattarsi di una cometa estinta, sotto una crosta formatasi con l’accumularsi di materiale roccioso e polveri potrebbe celarsi dunque uno stato di cometa.
La pioggia meteorica delle Geminidi, attiva dal 4 al 17 dicembre (indicativamente), ha il suo picco tra il 13 e il 14 dicembre, può essere osservata da ogni punto del globo ed è, a conti fatti, la più intensa dell’anno. Si prevede un flusso di 90-120 meteore ogni ora e, come ricordano anche dall’Unione Astrofili Italiani, quest’anno le condizioni per le osservazioni promettono bene: la maggior parte delle meteore è attesa per le prime ore serali al picco e la Luna non sorgerà che intorno a mezzanotte.