Come spesso accade per le date interessanti, anche questa mattina Big G ci ricorda, tramite dei colorati gelati, che oggi ha inizio (astronomicamente) l’estate. Il 21 giugno è la data di solstizio, un termine che, pur facendo parte del nostro lessico sin da bambini, spesso non è ben messo a fuoco. Qual è il suo significato? Come si festeggia?
Dal latino “Solis statio”, il solstizio indica “una fermata, un arresto del Sole”, si tratta dunque del giorno in cui il Sole raggiunge il punto di declinazione massima, in estate, o minima, in inverno, rispetto alla Terra (Questo se ovviamente consideriamo il nostro emisfero boreale).
Nel corso dell’anno il Sole si muove apparentemente in verso antiorario sull’eclittica che risulta essere inclinata di circa 23.5° rispetto all’equatore celeste. La declinazione del Sole varia quindi in un anno tra -23.5° e +23.5° assumendo valori nulli in corrispondenza delle due intersezioni dell’eclittica con l’equatore. Questi due punti sono i punti di equinozio, mentre i punti di declinazione massima e minima sono quelli di solstizio. La variazione annuale di declinazione è ciò che determina l’avvicendarsi delle stagioni. Il Sole, raggiungendo oggi il punto più settentrionale nel suo moto apparente lungo l’eclittica, ci regalerà il massimo numero di ore di luce possibili nell’arco della giornata e, da oggi, le giornate che si erano progressivamente allungate, a partire dall’equinozio di primavera, riprenderanno inesorabilmente ad accorciarsi.
Appare improprio parlare del solstizio come un intero giorno, sembra abbastanza chiaro che solstizi ed equinozi avvengono in un momento preciso, quello in cui ha inizio la stagione successiva. Il determinato istante può oscillare, di anno in anno, nell’arco di un paio di giorni (questo a causa della diversa durata dell’anno solare rispetto a quello del calendario). Quest’anno l’inizio dell’estate astronomica è fissato per le 18.38 (ora italiana).
Il solstizio, come festa del Sole, è un momento da sempre ritenuto sacro. Volgendo lo sguardo al passato, troviamo culti solari dal Polo Nord alla Polinesia, passando per Africa, Indonesia e sud America. Troviamo inoltre il culto fra gli indiani d’America e nell’antico Egitto, fra i Maya e gli Inca. Oggi in molte nazioni europee si tratta ancora di una festività importante: in Svezia si è pensato in passato di trasformarla ufficialmente nella festa della nazione, ma anche in Romania, Polonia, Ucraina, Regno Unito, Spagna, Portogallo e Grecia. “Sarebbe stata proprio l’importanza che la data rivestiva per le civiltà pagane a motivare la scelta del 24 giugno come giorno di nascita di San Giovanni Battista (esattamente a sei mesi di distanza da Gesù Cristo, nato in concomitanza con il solstizio d’inverno), così da riportare le celebrazioni nell’ambito della fede cristiana.”
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Lo scrittore Alberto Majrani scrive la sottostante interessantissima nota:
Omero e il solstizio d’estate
Uno dei momenti più drammatici dell’Odissea è la descrizione della strage dei Proci, ad opera di Ulisse, di suo figlio Telemaco e dei fedeli servitori. Ma è possibile capire in quale giorno avviene il fattaccio? Proprio il capo dei pretendenti Antinoo ci darà un suggerimento:
Oggi tra il popolo c’è la festa solenne di Apollo (XXI, 258-259)
quindi questo non è un giorno qualunque, ma è la festa di Apollo arciere: in un’epoca in cui pochi sono in grado di usare un calendario, se dei congiurati devono darsi un appuntamento, possono farlo solo in un giorno particolare, ben noto a tutti. Dato che Apollo era il dio della luce, possiamo azzardare addirittura l’ipotesi che potesse essere una festa solare, come il solstizio d’estate, giorno particolarmente importante per gli antichi. Le conoscenze astronomiche erano già presenti in epoca preistorica: molti archeologi pensano che persino gli animali dipinti nelle famose grotte di Lascaux siano una rappresentazione delle costellazioni. Nel 14000 a. C., periodo che concorda con le datazioni dei dipinti ricavate con altri metodi, il sole tramontava al solstizio d’estate andando ad illuminare proprio la parete pitturata, posta ad una quarantina di metri dall’ingresso. E’ molto probabile che sia dovuto al caso, perché ci sono molte grotte della zona e quella è l’unica dipinta, e il fenomeno si verificava soltanto nei giorni immediatamente vicini al solstizio d’estete. Se poi si considera la qualità estetica delle pitture, ci si può rendere conto di come quei nostri lontani antenati fossero tutt’altro che dei rozzi cavernicoli, e del resto le capacità intellettive degli uomini di quell’epoca erano praticamente identiche a quelle degli uomini contemporanei. Un fenomeno analogo si verificava in molti altri templi preistorici, dal tumulo di Newgrange in Irlanda, del 3200 a. C., a quello di Abu Simbel in Egitto, del 1200 a. C., con il sole che andava ad illuminare una camera posta in fondo ad un lungo corridoio solo in un giorno all’anno. Persino in molte chiese medievali le finestre sono disposte in modo che il sole vada ad illuminare gli affreschi dei santi in corrispondenza dei giorni in cui vengono festeggiati.
Troviamo qualcosa di molto simile nel diciannovesimo libro dell’Odissea, che descrive la sera prima della strage: siamo ancora al tramonto, tutti i Proci sono andati a dormire nelle loro case, e le porte della reggia sono state tutte chiuse. Ulisse e Telemaco si accingono a nascondere le armi appese alle pareti, prendendo delle torce per far luce, quando improvvisamente tutta la casa si illumina.
…davanti Pallade Atena
una lucerna d’oro tenendo, bellissimo lume faceva
E stupito Telemaco parlò a un tratto al padre:
“O padre, prodigio grande vedo cogli occhi!
Davvero i muri e i begli architravi di casa,
e le traverse d’abete e le colonne eccelse
splendono agli occhi come se ardesse il fuoco:
qui certo c’è un dio, di quelli che il vasto cielo possiedono”.
E rispondendogli disse l’accorto Odisseo:
“Taci e la mente frena e non fare domande:
questa è la norma degli dei che hanno l’Olimpo.” (XIX, 33-43)
quindi abbiamo un ulteriore elemento per ipotizzare che fosse il giorno del solstizio d’estate. Alla… luce, è il caso di dirlo, di quanto sappiamo sull’importanza dell’astronomia per i potenti dell’antichità, possiamo pensare che nella casa del re ci fosse una specie di finestra orientata sulla posizione del sole al solstizio estivo, che serviva al sovrano per calcolare gli anni e magari per creare stupore tra i suoi sudditi con un evento “prodigioso”.
Alberto Majrani: Chi ha ucciso realmente i Proci? Ulisse, Nessuno, Filottete.
Riesci sempre a stupirmi piacevolmente
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